LA PASTORIZIA NOMADE FA SCUOLA: IL COMPETENCE CENTER DI LIFEstockPROTECT IN ESCURSIONE

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Natal corso per pastori della scuola professionale per l’agricoltura e l’economia domestica di Salern, che è anche un centro di competenza per LIFEstockProtect, ha recentemente visitato la coppia di pastori Sandra e Daniel e il loro progetto molto speciale, almeno per l’Alto Adige. Nelle scorse settimane il Corso di Pastorizia della Scuola professionale per l’agricoltura e l’economia domestica di Salern ha partecipato a un’uscita lungo gli argini del fiume Adige nel comune di Bolzano, per incontrare Sandra e Daniel, pastori che stanno praticando una simil-transumanza lungo gli argini dell’Adige, da Salorno a Lana. Ciò che risulta molto interessante per la scuola è anche la tecnica di pascolamento attuata dai due, il pascolamento guidato con l’aiuto dei cani da pastore e da guardiania.

In questo modo hanno reso possibile il pascolo guidato per tutto l’anno: In questo modo, hanno un pascolo per tutto l’anno, più faticoso a causa della presenza costante del pastore con il suo gregge, ma che permette di sfruttare la vegetazione naturale anche in inverno e di far lavorare i pastori e Cani da Guardiania tutto l’anno e non solo sui pascoli estivi. I cani di Sandra e Daniel giocano infatti un ruolo fondamentale nell’aiutarli a condurre il gregge e a proteggerlo dai grandi carnivori. Il primo compito è affidato a un Border Collie e quattro cani da pastore della Lessinia e del Lagorai, razze energiche e brillanti, che girando in continuazione intorno al gregge si assicurano che ogni animale rimanga vicino. La protezione del bestiame, invece, è affidata a quattro pastori della Sila e un Maremmano abruzzese, razze di taglia notevole che assumono un atteggiamento di allerta solamente in caso venga percepito un pericolo, rimanendo invece a riposo per il tempo rimanente. La cooperazione tra i cani da pastore e da guardiania del bestiame e i loro proprietari è fondamentale per la gestione delle mandrie: la presenza del cane e della pastora, così come altri metodi di prevenzione, sono infatti il modo migliore per coesistere con i grandi predatori(Commissione UE, 2022).

Vantaggi del pascolo guidato

Tuttavia, la pastorizia viene spesso considerata come un lavoro più legato alla tradizione che non una vera e propria figura professionale, per questo la scuola di Salern mira a cambiarne la narrativa associandone anche specifiche competenze, fondamentali per la gestione sostenibile del pascolo. Il pascolo guidato, per come è condotto, presuppone numerosi vantaggi sia per gli animali da pascolo che per la biodiversità. Così è stato dimostrato (Meuret et al., 2015) come l’alternarsi di precise combinazioni di disponibilità di specie vegetali stimolino l’appetito nell’animale, facendo sì che esso si nutra non solo di ciò che piace, ma anche di ciò che è semplicemente c’è, anche se non particolarmente appetibile. Questo comportamento, difficile da ottenere con animali lasciati allo stato brado, implica poi anche vantaggi alla biodiversità non indifferenti, primo fra tutti la conservazione di ambienti aperti, specialmente se inseriti in un mosaico di ambienti eterogenei (Fraser et al., 2022), e la gestione delle specie neofite invasive.


Gli ambienti tipici degli alpeggi, infatti, sono caratterizzati da un’elevata presenza di nardeto (Nardion strictae) il quale, se non correttamente gestito, prevale sulle altre specie vegetali impoverendo la struttura dell’ecosistema. Questo accade perché nelle fasi vegetative precoci il nardo cervino è appetibile mentre in quelle successive, indurendosi, viene scartato. Il mantenimento di un prato a nardo ricco di specie invece è stato classificato dalla Direttiva Habitat, che raccoglie e protegge tutti gli habitat prioritari della strategia dell’Unione Europea per la salvaguardia della biodiversità, come ambiente di interesse comunitario (codice 6230).

L’inarbustimento e la conseguente chiusura degli ambienti aperti sono una minaccia non indifferente per la biodiversità (con risvolti negativi anche per la connettività ecologica), che si sta diffondendo sempre di più a causa dell’abbandono dei terreni. Secondo uno studio del 2021 (Burns et al., 2021), (2021condotto a livello europeo, dagli anni ’80 le popolazioni di uccelli hanno subito un declino del 20%, in particolare le specie associate agli ambienti agricoli e prativi, e le cause sono per lo più riconducibili ai cambiamenti dell’uso del suolo da parte dell’uomo. Un’immensa gamma di specie dipende dalla conservazione di questi habitat, dal gran numero di specie di uccelli dei paesaggi aperti e semi-aperti come l’averla rossa (Lanus collurio) o l’upupa (Upupa epops) a insetti come la farfalla Apollo (Parnassius apollo) e rettili come la lucertola delle sabbie (Lacerta agilis). Il pastore con la sua attività tradizionale contribuisce da millenni alla conservazione di questi ambienti (Putzer et al., 2016), ormai parte del paesaggio culturale altoatesino (e non solo), giocando un ruolo fondamentale e difficilmente sostituibile nel preservare ambienti e specie di importanza comunitaria.

Attraverso l’incontro con Sandra e Daniel, i partecipanti della scuola di Salern sono stati stimolati infine a riflettere sulla figura del pastore come fornitore di servizi ecosistemici, servizi offerti dalla natura a beneficio dell’uomo. Il loro gregge, infatti, grazie anche alla sua diversificazione in ovini e caprini, lavora sull’argine in modo complementare all’usuale lavoro dell’Ufficio Sistemazione Bacini Montani, che per questo motivo ha deciso di appoggiare l’iniziativa. La presenza di capre nel gregge non solo uniforma l’altezza dell’erba senza dover ricorrere a mezzi meccanici , ma può anche controllare le neofite invasive come larobinia (Robinia pseudoacacia), una specie neofita invasiva che è una delle 40 angiosperme legnose più invasive al mondo(Richardson et al, 2011); le capre, inoltre, danneggiano la corteccia nutrendosi di essa e ne indeboliscono la diffusione: il pascolo continuo negli anni può quindi portare a un declino di queste specie(Stumpf 2002; Zehm 2004 e 2008). Inoltre, attraverso il calpestio degli zoccoli, il gregge rende il terreno dell’argine più compatto e meno soggetto all’erosione. Mantenendo un carico di pascolo contenuto si favorisce invece la creazione di habitat ripariali, poiché arbusti e fitti canneti (dove presenti) vengono allentati, assecondando l’insediamento di specie tipiche di questi ambienti. Essi sono particolarmente rari e spesso nascono come habitat secondari, mentre la loro conservazione richiede una grande quantità di sforzi e disturbi da parte dei macchinari.

“Nature-based solutions” sono remunerati

Interventi di questo tipo, che utilizzano nature-based solutions, sono già riconosciuti e remunerati in alcuni paesi europei per la gestione sostenibile dell’ambiente. In Baviera, per esempio, vengono emessi dei finanziamenti per supportare le azioni di agricoltori e allevatori a che attuino misure per la conservazione, il miglioramento e la creazione di habitat a elevato valore ecologico; mentre in Sassonia il pascolo degli argini con le greggi è stato considerato preferibile rispetto ad altre misure, come la manutenzione con attrezzature tecniche. In Austria viene fornito un premio in caso il pascolo alpino venga gestito in modo sostenibile; anche l’Alto Adige presenta dei premi per la cura del paesaggio. Tuttavia, perché queste azioni abbiano un impatto significativo sulla biodiversità, è fondamentale che la figura del pastore venga adeguatamente formata sul pascolamento del gregge a fini conservazionistici,

sia attraverso corsi teorici che con esperienze pratiche condivise da altri pastori, per tramandare la tradizione, innovandola.

Photo Credit: Valeria


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